Lo sport nella Carta Europea dello sport 1992: recita come definizione di Sport “qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata o non, abbia per obiettivo l’espressione o il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo delle relazioni sociali o l’ottenimento di risultati in competizioni di tutti i livelli”. Nel Libro Bianco UE, redatto alla luce del Trattato di Lisbona, viene analizzata la funzione sociale dello sport. La disamina delle più recenti proposte volte a sviluppare la dimensione europea dello sport, nella modalità prestazione ed in quella “fai da te”, suggerisce esperienze foriere di socialità, solidarietà, comunità,” identità, come nuovi ritmi della società postmoderne.
Nel 2009 c’è stata la ratifica del trattato di Lisbona: gli Stati membri dell’UE si sono così impegnati ad incoraggiare lo sport, attraverso il potenziamento delle strutture e delle occasioni sportive; lo sport è entrato a far parte delle politiche dell’Unione non solo per il suo ruolo fondamentale dal punto di vista del benessere e della salute, ma anche per il suo alto valore sociale ed educativo. Il Trattato sottolinea che l’Unione deve tenere conto della specificità dello sport e delle sue funzioni, sociale ed educativa. L’articolo 165 del Trattato, in materia di Funzionamento dell’UE, attribuisce, infatti, nuove competenze all’UE, con l’obiettivo di sviluppare una “dimensione europea dello sport”. La Responsabilità sociale investe non solo lo sport dilettantistico, ma anche le imprese sportive che si collocano nel fulcro del contesto sociale assumendosi delle responsabilità che vanno al di là delle proprie attività commerciali. Tutte le organizzazioni sportive possono affermarsi come uno dei protagonisti dello sviluppo economico, sociale e ambientale, dando prova di iniziative responsabili, solidali e sostenibili, con particolare riguardo alle proprie comunità di riferimento. Con lo sport nasce l’opportunità di prendere in considerazione l’interesse collettivo agendo per il bene comune, in accordo con un certo numero di valori condivisi, quali l’eccellenza, l’amicizia, la trasparenza, il fair play, lo spirito di squadra, la solidarietà.
Tradurre in azioni concrete tale proposito e tali valori non è un compito facile. Al riguardo, il Libro Bianco UE, che è figlio del libro Verde effettuato dalla Commissione europea del 2001, dal quale si desume che la Responsabilità Sociale d’Impresa diviene uno degli elementi basilari della cultura imprenditoriale, caratterizzata dall’integrazione nella gestione aziendale dell’etica e del business.
In Europa ci sono 700mila società sportive; da qui scaturisce la considerazione secondo la quale lo sport è uno strumento privilegiato. E’ accertato che una attività fisica costante riduce notevolmente i rischi per la salute, in particolar modo i disturbi cardiovascolari ed il diabete. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda un minimo di 30 minuti di attività fisica moderata al giorno per gli adulti e di 60 minuti per i bambini. L’effetto di questo miglioramento delle condizioni di salute è, oltre alla migliore qualità della vita, una forte riduzione delle spese sanitarie con conseguente beneficio per l’economia.
Seguire il programma “Gioventù in azione”. Lo sport promuove un senso comune di appartenenza e partecipazione e può, quindi, essere anche un importante strumento d’integrazione degli immigrati. Lo sport non è solo passione ed emozione, ma è anche economia e lavoro. Rappresenta il 3.0 punti del PIL attraverso investimenti in opere pubbliche, turismo, trasporti, media tradizionali e media innovativi, occupati diretti e indiretti, una moltitudine di piccola e media aziende che operano nel manifatturiero, promozione del “made in Italy”, organizzazione di eventi che consentono di integrare crescita culturale e sviluppo territoriale, innovazione tecnologica ed export, stimolo e valorizzazione del volontariato, animazione territoriale e, quindi, relazione con il sistemo d’impresa; anche mediante la creazione di nuovi posti di lavoro e lo sviluppo delle attività commerciali ed imprenditoriali di sostegno all’attività sportiva.
Il Libro Bianco è una sorta di progetto pilota nel processo di definizione di una politica europea dello sport, attraverso il quale la Commissione europea è riuscita a diffondere delle linee guida, riconoscendo per la prima volta il ruolo sociale dello sport, la sua centralità nelle politiche per la salute, per i giovani e per l’inclusione sociale nelle politiche di dialogo e di integrazione, di lotta contro ogni discriminazione. Il Libro Bianco è un documento che ribadisce che la specificità dello sport non può assolutamente tradursi in esenzioni generali; insomma, anche allo sport non è consentito andare al di sopra della legge e dell’etica.
Anche in Italia ci sono delle iniziative in atto. Il processo di evoluzione del Sistema CONI, che ha saputo valorizzare le strutture territoriali ed il rafforzamento di reti di relazioni fra i vari soggetti che operano a livello centrale e locale. Verrà realizzato anche un Libro Bianco sul Sistema Sportivo italiano in cui verranno identificate le linee strategiche e operative per il governo e lo sviluppo dello sport in Italia, compresa la crescita manageriale e professionale della dirigenza. Fine è la realizzazione di un “Libro Bianco dello Sport” che possa essere da guida a tutti i soggetti che operano in tale ambito. Donato D’Auria
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