Parigi, 6 aprile 2014 – Nonostante sia stata una mattinata splendida, il cielo è grigio sopra la “Ville Lumière”, il che mi costringe a passare parte del pome-riggio in camera d’albergo, lontano dal Jardin de Luxembourg che ispiró il gran-de Georges Simenon per i suoi romanzi.
Poco male, perché, come accennato, la mattinata é stata comunque splendida, dato che ho avuto la possibilitá di assistere alla Schneider Electric Marathon de Pa-ris, che quest’anno si svolge in concomitanza con la Prima Giornata Internazio-nale dello sport per lo sviluppo e la pace, indetta dalle Nazioni Unite per pro-muovere lo sport come mezzo per un Mondo più pacifico. Sembra proprio che i qua-rantun milza maratoneti presenti oggi hanno risposto all’appello del segretario dell’ONU Ban Ki-moon, visto che all’arrivo, posto vicino all’arco di trionfo in Avenue Foch, erano rappresentate centotrentotto Nazioni da tutti i Continenti, in un fiume di podisti, uniti dalla voglia di finire la Maratona, voglia testi-moniata dalle numerose esultanze, anche plateali, all’arrivo.
Per quanto riguarda i top runners, l’atleta piú atteso era sicuramente il grande campione etiope Kenenisa Bekele, già campione olimpico e mondiale di 5000 e 10000 metri, che, dopo tre anni in cui era stato falcidiato da una serie di pro-blemi muscolari, ha deciso di puntare tutto sulla Maratona, esordendo proprio a Parigi. Bekele avrebbe potuto esordire a Londra, ma ha preferito evitare un con-fronto diretto con il campione olimpico e mondiale di 5000 e 10000 metri Mo Fa-rah che, alle Olimpiadi di Rio de Janeiro, vorrebbe replicare i successi di Lon-dra aggiungendo anche la Maratona, eguagliando il record di Emil Zatopek. Secon-do me Mo Farah batterá Bekele quando i due si scontreranno. Il britannico nato in Somalia è un fenomeno all’apice della propria carriera, mentre Bekele ha giá imboccato il viale del tramonto
Alla fine il fuoriclasse etiope non ha sbagliato: aiutato dalle lepri fino al trentesimo chilometro, Bekele ha sbaragliato la concorrenza di Getachew e Kanda (giunti a più di un minuto dal fenomeno etiope) che hanno completato un podio tutto etiope. Il tempo finale di 2h 05′ e 04′ conferma che Bekele deve ancora fare tanta strada per valere due ore e tre minuti, ambizioso obbiettivo di que-sto grande atleta. Nella gara femminile la vincitrice è stata la keniana Cheyech che ha preceduto le due etiopi Melese e Zemzem, in una gara dai buoni contenu-ti tecnici, ma priva di atlete di valore mondiale, a differenza di quella ma-schile, su cui ha puntato l’organizzazione.
Arrivati i primi, l’Avenue Foch si è pian piano animata grazie ai quarantunmila podisti di 138 Nazioni che hanno letteralmente invaso Parigi, creando un lungo serpentone colorato per
tutta la cittá. Davvero numeroso anche il pubblico, che ha fatto sentire il suo sostegno ai podisti per tutti i quarantadue chilometri e centonovantacinque me-tri di percorso. Sarebbe davvero bello se anche in Italia potessimo assistere a spettacoli di questo tipo, che farebbero soltanto bene al nostro movimento podi-stico.
Chiudo così il mio articolo pensando allo splendido spettacolo di colori e di podismo cui ho assistito oggi, perchè la Schneider Electric Marathon de Paris incarna quei valori che lo sport dovrebbe sempre far vivere, in tutto il Mondo. LUIGI M.D’AURIA
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