Tra le tante sorprese negative, in termini di risultati, spicca sicuramente il deludente 1% conquistato con le unghie e con i denti da FARE per Fermare il Declino, di Oscar Fulvio Giannino.
Non mi prendo certo la briga di difendere o condannare un uomo che non conosco personalmente, ma credo che sia giusto difendere il progetto politico del co-direttore di Mercati e Finanza, che ha saputo riportare all’attenzione della politica professionisti competenti, ma che si erano allontanati per motivi di lavoro o per disinteresse. E poi, mi sento di fare un appello al nuovo leader del FARE, Silvia Enrico, ed invitarla a guardare il lato positivo di questo 1,16%. Infatti una forza politica nuova, seria, professionale, ma allo stesso tempo giovane e inesperta, è comunque riuscita a raccogliere più voti di numerosi scaltri e vecchi dinosauri della politica, che hanno passato trent’anni attaccati alla poltrone grandi o piccole (Fini, Tabacci e altri..).
Passiamo ora al caso che ha portato Giannino sulle prime pagine di tutti i giornali: lo scandalo lauree, master, Mago Zurlì e compagnia bella.
Premesso che questo è il classico caso di una vita passata a lavorare duro, per ottenere risultati, rovinata poi da una frase.
Sicuramente il gesto di Giannino è stato sbagliato e sconsiderato. Infatti un uomo che predica la meritocrazia per il suo partito sarebbe obbligato a non compiere scivoloni di questo tipo. Forse in quel momento la psiche di Giannino ha davvero fatto crac portandolo ad un clamoroso scivolone che ha sicuramente condizionato il risultato elettorale del giovane partito. Credo davvero che i tanti studi non riconosciuti e le domande davvero succulente da questo punto di vista, hanno colpito l’uomo, in un certo senso, deluso dalla mancanza di un timbro a certificare i suoi studi.
Certo, il programma presenta moltissime falle dal punto di vista di ambiente territorio e sport, cosa che tiene fuori dalla militanza nel partito persone come Donato D’Auria. Luigi Maria D’Auria