Torino, 7 aprile 2014 – Finalmente nel mondo dell’atletica italiana vi è qualche segnale di rinnovamento. Infatti, negli ultimi tempi, si è sentito parlare di Rinascimento dell’atletica nostrana: la FIDAL ha presentato un progetto su gran-de scala che prevede la creazione di numerosi centri di allenamento, ripartiti nelle categorie Èlite, Nazionali, Regionali, con lo scopo di far crescere al me-glio giovani talenti, aiutandoli a diventare un giorno campioni, come i grandi mezzofondisti che dagli anni Settanta hanno reso grande il nostro movimento nel mondo. Mentre i colossi della politica sportiva plaudono al grande progetto, no-tizie allarmanti arrivano dal vice-direttore tecnico ed ex Campione Olimpico Stefano Baldini che, decisamente allarmato, annuncia che, nonostante l’anno scorso abbia girato in lungo e in largo l’Italia, non ha trovato nessun giovane di 18 anni in grado di correre un diecimila metri al livello dei coetanei europei, senza contare i giovani atleti degli altopiani africani. Pochi giorni dopo, anche il direttore tecnico della nazionale, Massimo Magnani, ha annunciato che scarseggiano i giovani in grado di competere a livello mondiale. Avendo avuto la fortuna di assistere ai Campionati Europei Junior di Rieti dell’anno scorso, posso confermare le tesi di Magnani e Baldini, dato che a Rieti ho notato con i miei occhi veri talenti in tutti i settori della nostra atletica, dalla marcia al mezzofondo.
Sentendo i tecnici nazionali, le autorità politiche non hanno più elogiato il nuovo progetto dei centri, che rischiano di diventare delle vere e proprie cattedrali nel deserto.
Un altra domanda che mi è sorta spontanea dal primo momento in cui ho sentito parlare del progetto é la seguente: può iniziare un Rinascimento dell’atletica italiana se in questo Paese non esiste un Ministero dello Sport?
Avete capito bene, cari lettori, nei corridoi del CONI ci si riempie la bocca di Rinascimento, ma a livello politico non esiste un organo in grado di coordinare questo tanto decantato movimento in grado di riportare l’atletica ai vertici europei e mondiali di specialitá.
Il Ministero dello Sport, creato nel 1957 in previsione delle Olimpiadi di Roma, fu per la prima volta eliminato dal primo governo D’Alema. Fu poi ripristinato dal governo Monti (fu determinante per la proclamazione di Torino capitale euro-pea dello sport), mentre durante il governo Letta la figura del Ministro fu so-stituita da un più generico Delegato allo Sport. Il governo Renzi, sicuramente più elogiato all’estero che in Italia, ha eliminato anche questa figura, la-sciando un settore capace di produrre il 3% del PIL nazionale senza un punto di riferimento nelle istituzioni che, almeno sulla carta, dovrebbero rappresentare la popolazione.
Le soluzioni a questo problema potrebbero essere molteplici: una potrebbe essere trasformare quello dello sport in un Ministero prettamente tecnico, con il Presidente del CONI nominato d’ufficio Ministro dello Sport. Opzione che renderebbe sicuramente felici tutti gli sportivi d’Italia sarebbe lo sforzo del nostro at-tuale Premier Renzi di nominare un Ministro dello Sport, mentre gira l’Europa per incontrare leader politici di tutto il mondo.
La terza ed ultima soluzione, che temporaneamente potrebbe accontentare tutti, compreso il sottoscritto, sarebbe seguire la strada percorsa dal governo Letta. Infatti, Renzi, se proprio considera lo sport indegno di un proprio ministero, potrebbe degnarsi almeno di nominare un Delegato allo Sport. Anche a livello economico non sarebbe un provvedimento molto costoso, visto che un delegato guadagna molto meno di un ministro ed il suo ufficio è composto da venti persone, molte meno dei dipendenti di un ministero.
Premesso che la presenza di un Ministero dello Sport non dovrebbe essere messa in discussione in una nazione civile, il nostro giornale chiede almeno uno sforzo per lo sport.
Sarebbe brutto, nel futuro, non avere un ministro o un delegato in grado di coordinare una futura candidatura come Nazione ospitante di una prossima Olimpia-de. Luigi M. D’Auria
Ottimo lavoro: concordo appieno con le opinioni espresse da D’Auria. E aggiungo, da Medico, che lo sport è salute: incentivare ed aiutare oggi la popolazione italiana a fare sport è un’operazione di prevenzione sanitaria e lungimiranza politica.
Grazie!
Grazie Federico. Un giornale giovane come il nostro è contento di ricevere commenti positivi ad articoli riguardanti temi poco trattati. Luigi M. D’Auria
Ottimo lavoro, concordo in pieno con D’Auria. Da medico vorrei sottolineare come lo sport sia salute: incentivarne la pratica ed aiutare gli sportivi e’ una grande opera di prevenzione sanitaria e di lungimiranza politica. Bravi!