Sette mesi dopo la cacciata del Presidente deposto Janukovich, l’Ucraina ha finalmente un nuovo Presidente eletto che, si spera, possa traghettare il Paese verso la pace e, si spera, ponga fine a quella che ormai è una vera e propria guerra civile, che sta causando migliaia di morti la cui maggioranza è, purtroppo,composta da civili innocenti. Il nuovo Presidente è Oleksandr Porosenko, importante imprenditore nel settore dolciario, sostenuto dalla maggioranza dei riformisti e degli europeisti. Porosenko era, infatti, il candidato ufficiale del movimento che ha cacciato il vecchio Presidente e che ha animato le proteste di Piazza scoppiate a Kiev a metà dello scorso novembre. Pur non essendo iscritto ufficialmente ad alcun partito, Porosenko è riuscito ad ottenere la maggioranza assoluta dei voti e quindi dei seggi in Parlamento. La vittoria del Maidan è stata completata dall’elezione di Vitalji Kltshko, ex pugile e ora capo del fronte europeista, a sindaco di Kiev. Inoltre, il partito di Klitshko, l’Alleanza Democratica per le riforme, ha ottenuto il 14% dei consensi a livello nazionale, eleggendo 40 parlamentari e proponendosi come seconda forza del neonato governo di Porosenko (Klitshko sarà ministro dello sport, ma il suo partito avrà un altro rappresentante nella squadra di governo).
Grande sconfitta di queste elezioni di queste elezioni è stata Julia Timoshenko, che ha ottenuto solo l’8% dei consensi, pochissimo per il suo partito “Arancione”. La Timoshenko, ha perso gran parte del consenso popolare a causa del suo atteggiamento troppo aggressivo per quanto riguarda il conflitto con la Russia, La Timoschenko auspicava, infatti, una vera e propria guerra di liberazione contro la Russia, ed era, inoltre, sostenuta da vari movimenti di estrema destra, tra cui quello Naziskin. Crolla, invece, nei consensi il movimento filo-russo di Dobkin (ex ministro di Janukovich), semplicemente perché i seggi in cui era più forte non sono stati aperti. Già, perché purtroppo la Guerra Civile in Ucrania continua nell’est del Paese. Putin non sostiene più i filo-russi perché il suo obbiettivo vero, cioè conquistare la Crimea per dominare il nord del Mar Nero, è già stato raggiunto. Il Presidente russo voleva conquistare la Crimea per interessi militari e commerciali che nell’est del Paese non ha. Il mancato appoggio di Putin e la spinta di Stati Uniti, che pare abbiano inviato duemila soldati per una missione top secret in Ucraina, e Unione Europea (finalmente decisa nel voler includere l’Ucraina nel proprio spazio) hanno convinto Porosenko e il Premier Turcinov ad intervenire con forza nell’est del Paese, schierando un numero veramente cospicuo di soldati. Gli uomini delle forze regolari hanno riconquistato praticamente tutte le zone di campagne anche con il supporto del popolo, più nazionalista nelle zone rurali. Ora i filo-russi sono assediati nelle due città in cui sono principalmente attivi, ossia Donetsk e Luviansk.
Purtroppo l’Ucraina e gli Ucraini non sono ancora usciti dall’inferno.
Luigi M. D’Auria
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