“Pressato dalla Merkel, il Presidente Hollande ordina un rimpasto di governo che non convince nessuno”
Parigi – E’ davvero difficile pensare che basta superare un tunnel per essere considerati in maniera diversa, da come lo si era prima di passare proprio quel tunnel. Eppure mi succede proprio questo quando supero il tunnel del Frejus e raggiungo la Francia, scendendo dal treno che mi ha portato da Torino a Parigi. Dalla stazione Gare de Lyon raggiungo l’albergo parigino dove i proprietari mi hanno praticamente adottato, in zona Champes-Elysèes. Dopo una breve passeggiata raggiungo il mio edicolante di fiducia (considerato che quest’anno è la terza volta che vengo a Parigi era necessario trovarne uno), che mi saluta calorosamente. Subito dopo lui mi dice che in Italia con Renzi c’è la spassiamo, che da noi è finita la crisi perché c’è un governo che va come un TGV, mentre loro se la passano malissimo. Io gli rispondo che non è proprio così, visto che il PIL non sale, che l’Operazione Mare Nostrum non ha raggiunto gli obiettivi prefissati, che il nostro governo più che un TGV sembra un regionale, visto che ci ha messo 6 mesi per fare una riforma che doveva essere fatta entro due e che probabilmente il decreto Sblocca-Italia sarà accompagnato da un generale aumento di ogni tipo di tassa.
Il mio edicolante, antico sostenitore del walfare-state (come tutti i francesi) è schierato nettamente a la gauche, mi dice che il Governo Valls è schiavo della Germania, che si è alleato con i liberali, che lui a saperlo votava i comunisti, che almeno Renzi ha fatto qualcosa, che da loro non si muove niente, prima di iniziare letteralmente a piangere invocando l’aiuto di Mitterand per fermare la fine dei Socialisti francesi, quelli gloriosi, dice lui.
Non sapendo come aiutarlo, decido di invitarlo a cena per analizzare la situazione. Ci troviamo allora nel locale di suo fratello, all’Ile de la Citè. Per prima cosa gli dico che effettivamente Hollande si è piegato troppo facilmente alla Merkel, che gli ha letteralmente imposto di silurare il Ministro dell’economia Arnaud Montebourg, reo di essersi dissociato dalla politica del rigore. La frase dell’influente membro del Partito Socialista ha creato una crisi che ha portato alla fine del Governo Valls 1 e alla creazione di un Governo Valls 2, che rischia di creare una scissione nello stesso Partito Socialista. Il Primo Ministro Valls si è, infatti, alleato con il Partito Radicale, partito di centro, provocando le ire di molti nel partito socialista (le posizioni dei socialisti francesi sono, infatti, più vicine al comunismo di Berlinguer che al nostro centro-sinistra), capeggiati dallo stesso Montebourg e dall’ex Ministro della Cultura Aurelié Filippetti, che vorrebbero andarsene dal Partito Socialista per entrare nel Front de Gauche, composto dai Comunisti e da altri fuoriusciti dal Partito Socialista, che potrebbe essere superata da una sinistra considerata più tradizionale dai francesi. Ora però io e il mio amico stiamo sconfinando nella fantapolitica. Per ora accontentiamoci di sapere se i Governi Valls e Renzi riusciranno a cambiare in meglio i loro Stati e, soprattutto, l’Europa. Luigi M. D’Auria
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