L’esercito regolare continua ad occupare le campagne, mentre i filo-russi, forse armati da Putin, continuano a restare nelle città dell’est
Kiev – Sono passati nove mesi e mezzo da quando alcune migliaia di giovani e di estremisti di destra iniziavano una protesta pacifica in Piazza dell’Indipendenza a Kiev contro il Presidente di allora Janukocich. A quel primo gruppo di manifestanti se ne aggiunsero via via altri, e quello che divenne il “fronte del Maidan” iniziò ad aumentare in maniera vertiginosa i propri consensi, tanto da diventare il primo partito del Paese, in grado di deporre lo stesso Janukovich. Il fronte di coloro che si opponevano a questa rivolta popolare era, però, rappresentato da persone illustri, industriali e anche da una parte della popolazione, che si rivolsero al loro interlocutore internazionale più importante, il Presidente della Repubblica Russa, Putin, che decise di cogliere la palla al balzo per conquistare la Crimea, regione strategicamente importante per il controllo del Mar Nero. Una forza di seimila soldati armati fino ai denti ha così conquistato un territorio senza alcuna dichiarazione di guerra, ma con il supporto di una buona fetta della popolazione, desiderosa di riunirsi alla “Grande Madre Russa”, (in quell’angolo di mondo la fine dell’Unione Sovietica non è considerata un evento da festeggiare, Stalin è un eroe, mentre Kruscev e Gorbaciov sono considerati dei diavoli). Mentre la Crimea diventava parte dell’impero del nuovo Zar Vladimir I, in Ucraina le elezioni premiavano il partito filo-europeista che, dopo aver firmato un accordo di libero scambio con l’Europa, schierava l’esercito nell’este del Paese, dove un esercito controrivoluzionario, forse armato da Putin, aveva di fatto occupato il 20% del territorio ucraino. Qui finisce la storia della Rivolta del Maidan, che lascia spazio ad un’altra storia, quella della Guerra Civile Ucraina.
Ormai è, infatti, impossibile parlare di semplice sommossa popolare, perché in questi mesi stanno combattendo con forza eserciti formati da decine di migliaia di soldati, che purtroppo, bisogna dirlo, ripudiano la pace. E’, inoltre, doveroso aggiungere che quella ucraina si inserisce in un contesto più ampio, che ha fatto ripiombare l’Europa in un clima da Guerra Fredda. Infatti, è accertata la presenza in Ucraina di un esercito Euro-Americano formato da 1000 consiglieri militari, mentre è altrettanto sicuro che i filo-russi, perse le campagne, resistono nelle loro roccaforti grazie a mitra costruiti in Russia ed aerotrasportati da uomini del genio delle truppe di Mosca. Come tutte le guerre, anche questa è, infatti, dominata dalle grandi potenzi internazionali.
Giusto per rallegrare gli animi, le truppe russe sono in movimento ai confini con la Polonia (tramite l’exclave di Kaliningrad) e con le Repobbliche Baltiche. Questi Stati si dicono proti a coalizzarsi per fermare quella che può essere considerata la “minaccia russa”.
Questa guerra uccide, come tutte, soprattutto innocenti. Un aureo con a bordo 298 persone è stato abbattuto da non si sa quale contraerea visto che le parti, come al solito, si accusano a vicenda. Quei 298 erano colpevoli solo di viaggiare. Ecco uno dei tanti motivi per cui questa guerra non può non scuotere i nostri animi.
Luigi M. D’Auria
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