In questi ultimi anni, purtroppo, le guerre combattute nel mondo sono state davvero tante. Spesso però erano considerate di minore importanza solo perché non vi erano soldati italiani coinvolti o perché (motivazione ancora più discutibile) le Nazioni in cui si è combattuto sono povere di risorse naturali o prive di interesse strategico.
Oggi, invece, in Ucraina potrebbe iniziare una guerra veramente mondiale, una guerra che costringerà molti Paesi a scegliere da che parte stare, come non era successo neanche ai tempi della Guerra Fredda tra gli USA e l’Unione Sovietica.
Procediamo per ordine, cari lettori di PoliticaEuropeaNews, partendo dall’origine di questa crisi internazionale. Da novembre una massa decisamente eterogenea di partecipanti, vi erano, infatti, socialisti liberali, progressisti di vario genere, nazionalisti e partiti ecclesiastici, si è riversata nella piazza principale di Kiev per chiedere al Presidente filo-russo Janukovich un accordo di libero scambio con l’Unione Europea, anticamera di una futuro ingresso dell’Ucraina nell’UE. Il presidente, decisamente filo-russo e intenzionato a firmare un accordo di libero scambio con la Russia, ha risposto inviando dei cecchini sui tetti dei palazzi di Piazza dell’Indipendenza, che hanno ucciso cento persone. Il vento è però cambiato per il Presidente, che è fuggito nella sua Kharkiv, consentendo così ai manifestanti di insediare un governo di unità nazionale guidato dal capo rivoltoso moderato Triukov.
La situazione sembrava a questo punto risolta, invece il presidente russo Vladimir Putin ha risposto attaccando con seimila uomini scelti la Crimea, Regione da secoli strategicamente importante per i commerci nel Mar Nero e filo russa. Le basi militari ucraine sono state circondate e la popolazione si è schierata apertamente con Putin, costituendo bande paramilitari e sventolando addirittura bandiere dell’Unione Sovietica. Anche nel resto delle Regioni orientali dell’Ucraina, filo-russe e piene di risorse naturali, sono scoppiati dei tumulti, per ora non accompagnati da alcuna invasione da parte di truppe russe.
Gli Stati Uniti, intanto, iniziavano a mostrare i denti e il parlamento della Crimea proclamava un referendum in cui gli abitanti avrebbero dovuto scegliere tra Russia e Ucraina, con esito scontato.
Ciò che stupisce in negativo è la posizione dell’Unione Europea, che si è schierata con i rivoltosi senza però inviare messaggi di solidarietà forti e chiari. Comportamento secondo me non corretto, perché i rivoltosi di Piazza dell’Indipendenza stanno rischiando tutto per l’Unione, senza che essa faccia nulla per loro. Non sarebbe stato più giusto iniziare la procedura per firmare il trattato subito? Questo e tanti interrogativi accompagnano una crisi che potrebbe diventare guerra a causa di un dialogo diplomatico tra sordi. Se Putin non riceverà la dissidente ed ex presidente Julia Timoshenko la pace in Europa potrebbe essere veramente a rischio. Luigi Maria D’Auria
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